La misura è colma: I tifosi del Toro chiedono a Cairo di lasciare
Se l’obiettivo di Cairo era dimostrare anche al tifoso più scettico che del Toro e del suo futuro non gli importa un fico secco, allora ci è riuscito alla grande. La cessione di Bellanova ha oltrepassato ogni limite di accettabilità, lasciando un segno indelebile nella memoria dei tifosi granata.
Il problema non è la vendita di Bellanova in sé, che fino a qualche settimana fa poteva anche essere digerita. Il vero schiaffo in faccia arriva dalla totale incapacità di Vagnati di trovare un sostituto, dalla carenza cronica di difensori di qualità, e dal fatto che siamo a pochi giorni dalla fine del mercato estivo. Questo è un autentico calcio nei coglioni della tifoseria.
La mossa orchestrata da Cairo – perché l’odore della sua zampa si sente da lontano, come fu per gli acquisti disastrosi di Zaza e Verdi – scavalcando Vagnati e tenendo all’oscuro persino Vanoli, è la quintessenza dell’improvvisazione e del suicidio sportivo. Le blande giustificazioni del proprietario (“Ho già investito oltre 70 milioni”, “Bellanova voleva andarsene”) sono ridicole e inaccettabili.
Settanta milioni investiti in 19 anni di Toro che corrispondono a meno di 4 milioni all’anno? Un insulto. E non si parla neanche dei benefici che Cairo ha ricavato in termini di visibilità, dei milioni che Cairo Communication ha incassato grazie ai contratti pubblicitari del Toro, o dei soldi buttati a cazzo per acquistare e stipendiare giocatori senza senso voluti da lui stesso – la lista è infinita.
Queste giustificazioni potrebbero forse placare i difensori a oltranza dell’uomo di Masio, ma i tifosi dotati di un minimo di senso critico sanno bene che questa società, governata da mediocrità e improvvisazione, non andrà mai da nessuna parte. Basta vedere quanto tempo ci è voluto per pensare di assumere un professionista per curare il marketing – e guarda caso, l’unico settore in cui si nota un salto di qualità nella vendita dei biglietti e nella visibilità social.
Un direttore sportivo che non riesce a trovare giocatori al di fuori del suo quartiere, zero programmazione, incapacità totale di gestire i giocatori e le loro ambizioni legittime, e progetti societari che richiedono ere geologiche per essere realizzati, nonostante abbiano ambizioni da squadretta di provincia. È un disastro evidente, tanto che persino i giornalisti della sua testata fanno fatica a coprire i buchi di questa gestione fallimentare.
Caro Cairo, hai speso tanto? Bene, fatti un favore: prenditi una pausa, vendi il Toro, e torna al tuo bello yacht a fare flessioni. Ne guadagni in salute, ma sono sicuro che tanti tifosi ci guadagneranno altrettanto.
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