I Bilanci del Torino FC: IV parte. Le fonti di auto sostegno del Torino FC
Per gli altri articoli della serie: I BILANCI DEL TORINO FC
Il conto economico è il terzo riquadro principale di ogni bilancio. Riporta i numeri relativi agli introiti generati e ai costi di produzione, più altre informazioni finanziarie e le tasse versate.
Le fonti principali di auto sostegno, come ogni società sportiva di alto livello, sono i diritti TV, lo stadio, gli sponsor e la pubblicità. Nel grafico che segue sono mostrate le voci di bilancio relative alle fonti descritte.
Nello stesso grafico è riportata una linea che rappresenta i costi sostenuti dal Torino FC durante i vari anni (il dettaglio nei prossimi paragrafi). E’ immediatamente visibile come solo dal 2013 in poi il club abbia prodotto introiti sufficienti (grazie alle plusvalenze, ma anche all’aumento degli introiti TV) per coprire i costi di funzionamento della società sportiva.
Si può calcolare facilmente che il non aver mantenuto la squadra in A dal 2009 al 2012 ha comportato un mancato introito in termini di diritti TV di circa 85 milioni di euro (4 anni ad una media di 30mln di euro a stagione contro i 34 milioni di euro effettivamente incassati), che probabilmente non avrebbero reso necessario l’intervento di Cairo con i 59 mln € totali versati nello stesso periodo.
Qui di seguito e nelle puntate successive verranno descritte tutte le voci di bilancio del Torino FC.
Fonti di sostegno. 1) I diritti TV
I diritti TV sono raccolti a livello di lega e poi distribuiti secondo parametri già descritti in un precedente articolo (TSN – Breve storia dell’accordo capestro sui diritti TV) di cui vi riproponiamo il grafico della ripartizione per il 2015/16, mettendo le squadre in ordine di arrivo a fine campionato (Frosinone, Bologna e Carpi provenivano dalla B).
Una componente di questa suddivisione è paritaria e distribuisce il 30% dei diritti TV in modo uguale per tutte le squadre. Su questa componente non si può intervenire a livello di società.
La seconda componente è dettata dal numero di tifosi certificati (per il Torino 818 mila, rilevamento 2012) rispetto al numero di tifosi totale in Italia per le altre squadre di Serie A (36.8 milioni di cui 1/4 dei bianconeri) e distribuisce il 25% del totale dei diritti TV. Questa componente ha portato nel 2015/16 al Torino 5.4 M€ dei 44.6 M€ totali di introito dei diritti TV, ma anche riportarlo ai livelli della Fiorentina (1.1 milioni di tifosi per 7.27 M€ di introito) non porterebbe un incremento determinante se non nel lungo termine. Per aumentare questo numero bisognerebbe lavorare sulla fidelizzazione dei tifosi, sulla diffusione dell’immagine positiva della squadra e sul marketing, argomenti fino a pochi anni fa sconosciuti nella società granata e anche oggi vede un miglioramento ma non un deciso cambio di rotta.
La terza componente è relativa al bacino di utenza e come gli altri criteri, distribuisce una quota del totale dei diritti TV in funzione del rapporto tra il numero di cittadini presenti nella città di riferimento e il numero di cittadini totale delle squadre in Serie A. Essendo Milano, Roma, Torino, Genova e Verona presenti con due squadre, il loro numero di abitanti viene contato due volte (uno dei tanti trucchi dei boss della Lega per incrementare il contributo versato alle grandi a sfavore delle città più piccole). Questa componente distribuisce solo il 5% del totale dei diritti TV e tranne per il caso di Roma e Lazio, è poco significativa.
La quarta e ultima componente è relativa ai risultati e distribuisce il 30% del totale dei diritti TV. Questa componente è ulteriormente divisa per risultati storici (dal dopoguerra – 10%), i risultati dell’ultima stagione (5%) più una componente legata ai risultati degli ultimi 5 anni (precedenti alla stagione sportiva attuale – 15%). Per la prima componente bisogna ringraziare i campionati vinti in passato dal Grande Torino e gli ottimi risultati ottenuti dal Toro di Pianelli, grazie ai quali riceviamo più di metà (5.6 di 11 M€) degli introiti legati ai risultati sportivi. La componente relativa ai risultati dei precedenti 5 anni è invece fondamentale per la crescita del Torino FC perché la permanenza continua in serie A potrebbe garantire una crescita dai 3 M€ attuali del 2014/15 agli 8 M€ circa che invece ricevevano Fiorentina e Udinese nella stessa stagione. La continuità dei risultati e sopratutto della permanenza in A è quindi fondamentale per il bilancio del Torino FC e per la sua crescita.
Per tutti i punti elencati è doveroso dire che i numeri relativi alla ripartizione non sono noti in quanto la lega di Serie A non ha mai pubblicato le statistiche relative ai rilevamenti del numero di tifosi. Come al solito, la lega evita accuratamente di operare in quel regime di trasparenza che sarebbe doveroso in questi casi e che è attualmente adottato in tutte le maggiori leghe europee. Le società di serie A, complici di questo metodo, si vedono bene dal rompere il regime di omertà adottato pubblicando i numeri relativi alle statistiche di rilevamento tifosi. La rielezione di “Optì Pobbà” Tavecchio, è un segno stantìo di continuità in questa direzione che porterà la serie A ad essere sempre più scontata nel suo esito finale.
Prossima puntata: Fonti di sostegno 2: Gli introiti Stadio e Abbonamenti
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certamente non si poteva votare per il giovane abodi (57anni ieri, auguri !) che neppure conosce il regolamento dello 0-3 a tavolino.
Tavecchio con tutti i difetti di questo mondo ci ha levato dalle palle Ventura e con la riduzione a 2 retrocessioni prepara la strada alla riduzione a 18 squadre in A. Si sa che in Italia le riforme si fanno in anni e anni.
Per quanto riguarda il post interessante il mancato introito sui diritti tv. Spiega perchè chievo, cagliari, bologna,palermo,sampdoria, hanno impiegato un solo anno a risalire mentre il miglior manager del 2016 ci ha messo tre (3) anni. Oltre al fatto che del Toro gli interessa meno che del salumiere vicino di casa in corso magenta.
Piuttosto mi concentrerei sulla plusvalenza da 96,25 milioni che il signor urbanetto farà il giorno 1 luglio 2017 che penso sia un record visto che pobbà ci son 25 milioni di commissioni per l’ex pizzaiolo napoletan/olandese e solo 72 per la signora di facili costumi.
Con 96 milioni un manager serio si comprerebbe lo stadio o troverebbe un accordo con la fondazione. Sarò facile profeta a dire che invece i soldi verrano spesi x tanti carlao, ajeti, dolly menga, vesovic e bakic……