Il doping finanziario dei diritti TV: dove l’Italia affonda
Dopo aver esaltato il lato umano dell’impresa del Leicester, che comunque ha visto rosa di valore economico (iniziale: 1 Set – 87M€) che stava al Chelsea (532M€) come il Bologna (64M€) sta ai gobbi (388M€), è necessario fare un distinguo: in Italia un’impresa del genere non sarebbe stata enormemente più complessa.
In Serie A, escludendo il fattore arbitri che comunque è determinante nel penalizzare le candidate dell’unica favorita alla vincita dello scudetto per i prossimi 20 anni, la disparità di trattamento rispetto ai diritti televisivi ha le tipiche caratteristiche di un paese retrogrado come il nostro.
Per rendersene conto basta confrontare l’equilibrio esistente in Premier League rispetto a quanto succede in serie A, visibile dalle tabelle in basso. I diritti TV in Premier League vengono ripartiti in tre porzioni: la prima in modo identico per tutti i club, la seconda per merito, la terza per passaggi TV (TV fee – porzione che prevede comunque un limite per non squilibrare la bilancia). Insomma, per rendere il campionato interessante si applica un metodo meritocratico, senza favoritismi verso una o l’altra squadra anche rispetto ai diritti TV internazionali, che vedono il maggior parte dell’interesse rivolto verso le top 6. In ogni caso la squadra con il minimo di diritti TV incassa circa 2 terzi della società con i maggiori introiti. E’ pur vero che merchandising, pubblicità e introiti da stadio amplificano questo margine ma in questo caso sembra lecito premiare la capacità manageriale del singolo club, se riesce ad attrarre maggiore interesse e investimenti da parte di sponsor e tifosi.
Per quanto riguarda la serie A il rapporto è drammatico. I club strisciati hanno creato a loro uso e consumo un metodo di suddivisione che definire mafioso è eufemistico. Introducendo come criterio la suddivisione in base al numero di simpatizzanti (mettendo nel conto anche chi tifa i gobbi come seconda o terza squadra) i bianconeri si sono autoassegnati metà della torta dedicati a questo criterio, 50 milioni che già così fanno saltare il banco. Sono stati introdotti altri criteri premianti che la favoriscono, come i risultati storici (piazzamenti ottenuti dal dopoguerra) e i risultati degli ultimi cinque anni (criterio che ha del ridicolo, alla luce dello strapotere dei bianconeri nell’ultimo quinquennio. Il bacino di utenza è solo un contentino lasciato a Roma, Lazio e Napoli per non farli protestare troppo. Ma lo sbilanciamento tra prima è ultima è paradossale in quanto l’Empoli, che peraltro nell’ultima stagione ha conseguito i migliori risultati in termini di rapporto rosa/risultato sportivo), viene premiata con meno del 20% di quanto incassa la squadra gobba.
Non meraviglia il fatto che lo strapotere bianconero potrà rimanere tale per gli anni a venire, per cui solo il club ovino potrà decidere di perdere uno scudetto di tanto in tanto per non rendere il campionato italiano troppo noioso. Nel campionato inglese, invece, il livellamento tra le squadre rende probabile almeno la possibilità che una società di medie dimensioni possa infilarsi nella lotta scudetto approfittando degli scontri tra i club economicamente più potenti, mentre nel campionato italiano la differenza tra la squadra di vertice e le altre rende il match tra bianconeri e un altro club terribilmente sbilanciato a favore dei primi, portando a serie ridicole di vittorie e di imbattibilità di cui i gobbi tipicamente si beano senza rendersi conto di vantarsi di aver vinto con una Ferrari contro un’utilitaria.
A ribadire ulteriormente il gap c’è la tabella che mostra il monte ingaggi delle squadre italiane della scorsa stagione.
La differenza tra le squadre piccole e quelle grandi rende il confronto quasi ridicolo. Il monte ingaggi del Frosinone fa pensare che quei pur limitati risultati ottenuti da Stellone abbiano dell’incredibile rispetto a quanto gli è stato messo a disposizione. Il miracolo italiano ha invece il nome di Chievo, che nonostante il 17imo monte ingaggi è riuscito (al 3 Maggio) a portarsi alla 9a posizione.
I dati presentati finora mostrano la drammatica situazione italiana, che a causa degli accordi manipolati all’interno della FIGC impongono un premio automatico massimo per i bianconeri anche quando questi non conseguono un risultato brillante nella stagione precedente. Non c’è bisogno di parole per presentare la tabella che segue, che riporta la prossima ripartizione dei diritti televisivi per il campionato inglese.
Non c’è bisogno di ulteriori commenti per definire questa situazione. Il campionato italiano sta perdendo di interesse e il perché è davanti agli occhi di tutti. L’accordo stipulato per i prossimi tre anni non fa che ribadire questi criteri insani, generando campionati tutti uguali e stadi sempre meno pieni, a causa dei risultati scontati.
Ci aspettano altri anni di noia, in attesa che qualcosa faccia saltare il banco, come ad esempio il fallimento di Mediaset Premium se accadrà, o l’abbandono della stirpe Agnelli dalla cura della squadra gobba, a Dio piacendo.
Riferimenti:
- Evoluzione valore di mercato della Premier League (1 Set 2015 – Attuale) – Tifoso Bilanciato
- Evoluzione valore di mercato in Serie A (1 Set 2015 – Attuale) – Tifoso Bilanciato
- Ripartizione diritti TV in premier League 2015/16 – Tifoso Bilanciato
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Una risposta
[…] rispetto a come ad esempio gli introiti sono ripartiti in Premier League, si è già discusso in un articolo dedicato. Dallo scenario attuale è immediato chiedersi se i presidenti delle società di Serie A siano […]