Il mondo che gira al contrario: il Toro scheda tutti i tifosi
E alla fine si è arrivato a questo.
Il Torino FC, con pieno tempismo (e-mail ricevuta il 1° Aprile, sembra uno scherzo) ha inviato una email a tutti i Toro Club di cui ha l’indirizzo (presumo, quelli riconosciuti) non per promuovere delle iniziative di avvicinamento dei tifosi alla squadra, non di scuse per la merda che stanno mostrando in questo periodo in campo i nostri giocatori, non per incenerirsi il capo per la scellerata campagna acquisti in cui sono stati fatti investimenti sbagliati e costosi.
Il contenuto dell’email è il seguente,
in ottemperanza alle modifiche dell’art. 12 del Codice di Giustizia Sportiva, comunica che per confermare la vostra affiliazione e convenzione con la Società occorrerà inviare, entro e non oltre il 15 aprile p.v., i moduli in allegato debitamente compilati e firmati con la dichiarazione di non presenza tra i tesserati di alcuna persona sottoposta a misure restrittive (Daspo) e l’elenco completo dei tesserati del Club.
Da chiarire che il Torino FC non ha mai avuto interesse per i nomi dei propri tifosi, semmai solo per gli abbonati, ovviamente per premiare solo i club che portavano più abbonati. Il “soldo” è stato praticamente l’unico discriminante nella storia recente di questa società, l’unico motivo per cui la società si è interessata ai tifosi. Adesso è arrivato anche il tempo di svendere al Ministero i nomi dei propri tifosi, senza una scusa, senza una motivazione, nessuna consapevolezza di stare operando una ingiustizia nei confronti dei propri tifosi.
Quindi, il Toro ha deciso di ottemperare a raccomandazioni di incompetenti (gli eufemismi mi frullano ma li evito) del Ministero degli Interni in modo da iniziare a sfaldare non solo la partecipazione allo stadio ma anche quella che resiste attraverso i Toro Club. Faccio presente che nessun socio, nel nostro statuto come in tanti altri statuti di club, firma per girare le proprie generalità al Torino FC.
Una lista di proscrizione, in cui vengono lasciati fuori i daspati (teniamo conto che al giorno d’oggi si può beccare un Daspo per futili motivi, anche se ci si presenta senza biglietto in trasferta), come se fossero dei lebbrosi, senza distinguere le colpe e le ragioni, tra i quali ci sono magari proprio per quei tifosi che sono stati in passato i più assidui, sono andati dovunque in Italia e in Europa, e per un cazzone che gli passava affianco ubriaco finisce con un Daspo di cinque anni perché coinvolto in una rissa.
Siamo al limite del ridicolo, con i club sportivi che invece di difendere i propri tifosi, diventano l’estensione dello stato incompetente e li scheda nella lista dei buoni e cattivi. L’ennesimo scivolo in basso del Calcio nostrano, quel circo squalificato di cui il Torino FC fa parte a pieno titolo.
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