Il Fila che verrà
Domani sarà il 4 Maggio e tra i diversi eventi che verranno celebrati quel giorno c’è il ritorno della gente nel campo del Fila, il campo dei sogni della gente del Toro. La notizia però non è tanto la apertura del Campo ai tifosi, realizzata spesso negli scorsi anni, quanto il fatto che per la prima volta, dopo troppi anni, qualcosa di reale sta accadendo.
E’ solo un prefabbricato, ma le speranze collegate a quella scatola tappezzate di immagini granata, un progresso ridicolo rispetto alle aspettative di questi anni, fa già sognare. D’altronde, quello è il campo dei sogni e basta già sfiorare con la mano il prato rasato che già il cuore si apre e l’emozione scorre a fiumi.
La congiuntura di eventi poi è favorevole. Salvadori, il Presidente del CdA della Fondazione, ha in pochi mesi azzerato i tempi morti fissando un incontro a settimana del CdA. Ci sono i primi soldi in cassa per avviare la macchina degli appalti (grazie – forse – anche alle imminenti elezioni) che sarà gestita dalla SCR, società regionale con tutte le carte in regola per svolgere il ruolo di stazione appaltatrice per conto della Fondazione.
Cairo poi sembra fulminato e sembra aver trovato il modo di fare qualcosa di granata, ripetendo in pochi giorni gesti di impegno (in cui comunque, si è massimizzato il rapporto costo/ritorno di immagine, ma magari l’avesse fatto anche nel passato) che accoppiati ai risultati della squadra, mai tanto in alto negli ultimi vent’anni, hanno instaurato un clima di esaltazione che forse si è visto solo all’inizio dell’era Cairo. A riprova dell’impegno che il Torino FC sta mettendo finalmente nella definizione del progetto, l’allenatore Ventura avrebbe chiesto maggior spazio per lo staff tecnico all’interno degli spogliatoi, uno spazio che sia sempre disponibile per le riunioni con la squadra.
Tra i gesti di questi giorni poi, l’acquisto dello studio di fattibilità realizzato dagli studi dell’Architetto Martinetto e da ABCC Associati e (l’intenzione di affidare) l’incarico allo stesso studio per creare un progetto preliminare da regalare alla Fondazione Filadelfia. Questa operazione pur limitando i possibili sviluppi estetici (volente o nolente, lo studio di progettazione sarà lo stesso), ha ridotto di diversi mesi i tempi per la preparazione delle gare d’appalto.
Sarà comunque possibile, sia (si spera) in fase di preparazione del preliminare, sia nei progetti presentati nella gara d’appalto integrato per la progettazione definitiva ed esecutiva, un’ulteriore miglioramento del progetto rispetto allo studio di fattibilità. Gli aspetti qualitativi della valutazione del bando di gara per il progetto integrato riguarderanno proprio gli aspetti estetici (compresa l’eliminazione dell’arco della discordia, se non già eliminato in fase di preliminare), il sistema di oscuramento e le scelte innovative per il risparmio energetico dell’impianto.
Si spera quindi che questa congiuntura di elementi favorevoli dia anche inizio ad un percorso che, visto che adesso iniziano a girare i soldi veri e non solo le chiacchiere del passato, nel futuro possa compiersi nel modo più lineare e trasparente possibile. Compresa la definizione dell’impegno economico del Torino FC per l’affitto e la manutenzione dell’impianto e il futuro dell’area commerciale, sempre più un nodo cruciale che se gestito bene potrà consentire la creazione di una casa con un futuro che l’Italia intera possa ammirare.
(1892)