Faccia di bronzo parla di fuffa
Oggi è stata pubblicata un’intervista a Cairo in cui venivano poste alcune domande scritte dai tifosi durante questa settimana. Un’occasione sprecata, ma non poteva andare in modo diverso. Marco Iaria è sempre stato un buon giornalista, sempre attento alle esigenze dei tifosi, ma è pur sempre un giornalista e questa non è la sua causa. Bisognerebbe sapere se le domande sono state selezionate da Cairo o dallo stesso giornalista, ma ormai non ha più importanza.
In ogni caso, tutti i problemi sono stati bellamente aggirati. Ogni domanda in cui si chiedevano delle risposte a delle questioni importanti come quelle del Fila, dell’accesso allo stadio da parte dei tifosi, sono state anzi usate come spot propagandistici del “bel lavoro” fatto dall’illuminatissimo presidente del Toro. Sarà forse stato a scuola del suo vice, il Dott. Ferrauto, abilissimo in occasione dell’incontro in circoscrizione ad affrontare un gruppo di tifosi abbastanza incazzati e a girare tutte le domande in modo da avere comunque ragione.
Il Fila innanzitutto, domanda fatta da molti ma rimodulata in modo troppo generico: Cairo risponde che sta facendo di tutto e che gli altri attori (comune, regione – i tifosi non citati) stanno facendo altrettanto per farlo rinascere. Dice addirittura che è una priorità per il Torino FC. Niente di più falso, il Torino FC non ha mai spinto per la ricostruzione, dissero in circoscrizione che visto che non è stato il Torino FC ad abbatterlo non è loro compito ricostruirlo, nella dichiarazione di intenti spedita al comune hanno detto di non voler pagare l’affitto ma solo le spese di manutenzione per una struttura moderna, mentre attualmente pagano un sostanzioso affitto per le strutture fatiscenti usate attualmente.
Le giovanili, a detta di Cairo, stanno tornando a buon livello, infatti la Primavera è prima in classifica, anche sopra le giovanili bianconere. Ma non dice che i giovani si allenano in strutture inadeguate, vanno avanti solo per la passione di chi le gestisce, spesso pagati in modo inadeguato rispetto ai colleghi di altre squadre, senza una foresteria, senza un supporto economico all’altezza.
L’impegno economico, poi, dice di aver investito finora quasi 60 milioni di euro dal 2005. Vero, abbiamo verificato i bilanci. Ma non dice che gran parte di quei 60 milioni sono frutto di investimenti sbagliati (Barone, Coco e la ridda di allenatori passata per il Toro in questi anni, oltre agli errori che hanno portato a mancate promozioni e ai disastri economici conseguenti) e che il Toro ha portato allo stesso Cairo una visibilità enorme. Prima del Toro, Cairo era semisconosciuto, adesso è in RCS, possiede La7, è continuamente intervistato, la sua società ha una buona fetta del mercato della pubblicità in televisione, il valore delle azioni della Cairo Communication solo in questo anno ha raddoppiato di valore.
La perla dell’articolo? Farsi bello con l’intitolazione dello stadio al Grande Torino. Atto che non gli costerebbe niente (perché è una operazione che verrebbe fatta dal comune) e per il quale in tanti anni non ha mosso un dito perché lo stadio Olimpico è affittato dal Torino FC a ore. Tanto è vero che al di là delle partite lo stadio è disponibile per qualsiasi altro tipo di evento, la stessa sala stampa è affittata e il Torino FC si rifiuta di dotarla di apparecchiature basilari (come il WiFi) che permetterebbero ai giornalisti di fare il loro lavoro in modo professionale. Se c’è qualcuno che si può prendere il merito di intitolare lo stadio, questo non è certo Cairo e la sua ridda di bracciamozze.
Messaggio ai tifosi del Toro: tifate pure per il Torino FC, ma non credete a quest’uomo, è più falso di una moneta da 3 euro.
Per l’articolo completo cliccare sul link all’articolo su gazzetta.it: http://www.gazzetta.it/Calcio/calciochevogliamonoi/07-12-2013/calcio-che-vogliamo-progetti-cairo-olimpico-intitolato-grande-torino-nuovo-filadelfia-201761054548.shtml
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